Romanzi Amore, marlboro e mirtilli대도시의 사랑법
Park Sang Young   |   박상영
본문
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TitoloAmore, marlboro e mirtilli
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AutorePark Sang Young
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TraduttoreGiulia Donati
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Casa EditriceRizzoli
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Anno di pubblicazione2024
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GenereRomanzi
The Hole
25.05.13 Articolo successivoPavana per una principessa defunta
25.05.13댓글목록

Marquardt님의 댓글
laviniukk 작성일
ho ricevuto questo libro circa un anno fa e il solo nome mi fa tornare in mente tutti i sentimenti provati leggendolo pagina per pagina.
presenta una realtà cruda, reale , per quella che puo’ essere la vita di un giovane in questa grande città, un giovane che , per di più, porta già pesanti fardelli sulle spalle.
non è una lettura leggera, le tematiche che tratta possono risultare pesanti . ciò nonostante ,mi sento di consigliarla ai giovani adulti e adulti di ogni tipo in quanto offre uno specchio autentico di quella che ,spesso, è una città (e anche una vita) fin troppo idealizzata e romanticizzata.

Rocchesso님의 댓글
giadar 작성일
Quattro parti, quattro atti, quattro personaggi, un unico filo conduttore. Queste le premesse e promesse che il romanzo presenta, e da cui riesce a districarsi attraverso una scrittura brillante e cruda al contempo, che taglia tensioni ed emozioni.
Young, giovane pieno di speranze e sogni, si districa e si lega a diverse situazioni che lo porteranno ad una maturazione e crescita personale di cui solo nel finale ne si può comprendere la vera grandezza ed importanza. Amore in tutte le sue forme ed aspetti, dall’amicizia alla relazione madre-figlio, dagli amanti saltuari al soulmate. Young dalle prime pagine sembra sicuro di sé, capace di ogni cosa nella caotica notturna vita della capitale, ciononostante più le pagine scorrono più il nostro protagonista pare iniziare a perdersi nei vicoli oscuri della grande città. Intrecci complessi ma al contempo molto lineari e semplici uniscono Young con sconosciuti e persone vicine a lui. Ogni legame creatosi nella vita di Young, prima ventenne studente universitario e poi giovane lavoratore, lo porteranno a vedersi cambiato a tal punto da non riconoscersi più.
Il complicato legame con la madre, affetta da cancro, che si dispiega in una sorta di effetto vedo-non vedo in cui le informazioni e i segreti si sanno ma si vogliono nascondere al cospetto dell’altro, una danza di finta ignoranza per il piacere dell’altro. I duri crudi ricordi della terapia di conversione, la compassione per il fragile corpo della madre malata, il penoso addio, la costante reminiscenza. Un rapporto unico nel suo genere, ma che permette quasi a tutti di rivedersi in alcuni piccoli aspetti, nelle contraddizioni che quasi ogni rapporto genitore-figlio ha.
Apice del romanzo, la relazione con forse l’unico vero amore di Young, Gyuho. Di umili origini, gran lavoratore, paziente e genuinamente innamorato del protagonista, la loro storia sebbene inizi quasi fosse una favola e il perfetto lieto fine, non si conclude come tale. Forse perché Young era troppo avido di trovare il “vero amore”, incapace di riconoscere che forse era proprio la quotidianità che gli si era presentata, si lascia “scappare” l’unico che forse aveva visto in lui il vero Young, nudo, senza maschere, senza finti sorrisi di accondiscendenza, senza l’armatura per proteggersi da tutto e tutti. O forse perché la vita capita e non si può controllare fino in fondo, e dunque nonostante la giusta persona si presenti davanti a noi, non possiamo far altro che inevitabilmente lasciarla andare affinché non ci si ferisca a vicenda e si rischi di gettare al vento quello che è stato, quelli che si era. Presentato come desiderio e sogno di Young, la presenza o per meglio dire l’assenza di Gyuho permane fino all’ultima pagina, in un grido di speranza e disperazione.
Quasi necessariamente a ogni pagina girata, a ogni riga scorsa, a ogni parola letta, una lacrima cade, a volte accompagnata da una risata, amara o felice che sia, ma il flusso di emozioni si presenta al lettore di petto e con tutta la potenza della scrittura tagliente dell’autore, che sembra voler rivendicare la giovinezza spensierata dei giovani queer di una Seoul che pare potere e voler accettare tutti, senza differenze.



