Romanzi coreani ancora inediti in Italia The Catcher in the Loft생강
Chon Un-yong   |   천운영
본문
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TitoloThe Catcher in the Loft
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AutoreChon Un-yong
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TraduttoreJu-Chan Fulton, 브루스 풀턴
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Casa EditriceCodhill Press
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Anno di pubblicazione2019
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GenereRomanzi coreani ancora inediti in Italia
Ispirato al caso di uno specialista della tortura nella Corea del Sud degli anni ’80, che dal 1988 al 2000 visse da latitante nella propria casa, The Catcher in the Loft (pubblicato in Corea del Sud nel 2011 come Saenggang) è al tempo stesso il ritratto di un uomo che cerca di fare i conti con il suo passato noto e una storia di formazione centrata sul rapporto di dipendenza con sua figlia universitaria, che lo ha sempre considerato un poliziotto patriottico.
Il romanzo inizia a un ritmo vertiginoso, con una vittima che perisce sotto lo sguardo dell’artista della tortura (ribattezzato An) e una decisione frettolosa: An deve nascondersi. Il resto del romanzo è una narrazione duale, alternata tra l’artista della tortura e sua figlia Sŏn, che deve ospitare il padre in un loft sopra la propria stanza.
Segue un contrappunto tra nascondimento (An) e rivelazione (Sŏn), con la figlia che scopre il “festival” del proprio corpo durante un’infatuazione per un compagno di università, seguita dalla cruda consapevolezza, manifestata in prima persona nell’incontro con una delle vittime del padre, che il padre che aveva idolatrato è in realtà un sadomasochista ridotto a una dipendenza totale da lei per ogni necessità quotidiana durante la sua reclusione nel loft.
Quando il romanzo termina, anni dopo, l’attenzione è equamente rivolta alla resa finale di An (che si consegna alle autorità) e al risveglio dell’autonomia di Sŏn.
Il romanzo inizia a un ritmo vertiginoso, con una vittima che perisce sotto lo sguardo dell’artista della tortura (ribattezzato An) e una decisione frettolosa: An deve nascondersi. Il resto del romanzo è una narrazione duale, alternata tra l’artista della tortura e sua figlia Sŏn, che deve ospitare il padre in un loft sopra la propria stanza.
Segue un contrappunto tra nascondimento (An) e rivelazione (Sŏn), con la figlia che scopre il “festival” del proprio corpo durante un’infatuazione per un compagno di università, seguita dalla cruda consapevolezza, manifestata in prima persona nell’incontro con una delle vittime del padre, che il padre che aveva idolatrato è in realtà un sadomasochista ridotto a una dipendenza totale da lei per ogni necessità quotidiana durante la sua reclusione nel loft.
Quando il romanzo termina, anni dopo, l’attenzione è equamente rivolta alla resa finale di An (che si consegna alle autorità) e al risveglio dell’autonomia di Sŏn.
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